QUANDO PAPÀ SI ARRABBIA

Davanti alla rabbia e alle urla dei genitori, i bambini si sentono impotenti.
Ecco una favola per aiutarli a sdrammatizzare e ad ipotizzare nuove soluzioni per ridurre i comportamenti aggressivi degli adulti


Nella mia cucina abita un’allegra famiglia di pentole.
La mamma è una padella antiaderente, il papà una pentola a pressione e insieme hanno avuto una nidiata di cuccioli: pentolini per le uova, bricchi per scaldare il latte e perfino una schiscetta dove tenere il pranzo riscaldato.

Io li osservo quando si ritrovano tutti insieme nel lavello, per il bagno quotidiano. I bambini giocano: si schizzano tra loro o fanno gli scherzi a qualche bicchiere che è lì a fare il bagno. Mamma e papà parlano del futuro, fanno progetti per le vacanze, discorrono della scuola dei loro figli.

Ogni tanto però papà si arrabbia e allora, pesante com’è, scivola sui piattini della frutta, tutti pieni di sapone e si mette ad urlare. Io non mi spavento, perché anche il mio papà urlava, quando ero piccola. Ma i pentolini iniziano a tremare: la più piccola si mette addirittura a piange e se mamma padella, fa per consolarla, il papà si arrabbia ancora di più. Una volta ha urlato talmente forte che ha rotto una tazzina da caffè. Io allora mi sono fatta venire un’idea: sentite qui.

Ho fatto un risotto buonissimo, con lo zafferano con la pentola a pressione, e quando era pronto, l’ho portato dalla mia vicina di casa. “Assaggiane un po’,” le ho detto , strizzandole l’occhio e lei ha capito subito, perché io le parlo sempre della famiglia di pentole che abita nella mia cucina. Poi sono tornata a casa mia e ho chiamato tutte le pentole: “Ragazzi,” ho detto. “Mentre papà è dalla signora Rosa, facciamo un piano.”

“Ma cosa possiamo fare?” piagnucolava un pentolino da frittata, che quando sente urlare papà, si mette sempre a piangere.
“Facciamo così, la prossima volta che papà urla, ci penso io. Voi però non dovete piangere né spaventarvi: dovete solo fare finta di non sentirlo.”

Non abbiamo dovuto aspettare molto, perché quella stessa sera, dopo essere tornato a casa, papà era molto nervoso e ha cominciato a muoversi nel lavandino e stava già iniziando ad urlare, quando io ho detto: “Mi sembra di sentire uno strano rumore: poi ho aperto il rubinetto e l’ho riempito prima di sapone per i piatti e poi d’acqua.”

Adesso la pentola mi guardava con sospetto, ma non riusciva proprio a spostarsi.
“Chi si arrabbia troppo,” ho detto io, “rischia di farsi male da solo..”
Da quella volta papà pentola a pressione non ha smesso di arrabbiarsi, ma ogni volta che io me ne accorgo gli riempio la pancia d’acqua insaponata e lui vi posso assicurare che lui urla molto meno.