Solo così sarà facile aiutarli a capire l'importanza del gioco e del loro ruolo, nell'educazione
C’era una volta un bambino che aveva una mano capricciosa e
un po’ disubbidiente.
Quando stavano a tavola, la mano voleva andare sotto il
tavolo ad osservare la situazione, cercare le briciole cadute sulla sedia o
giocare coi soldatini.
Allora la mamma si arrabbiava.
“Le mani sulla tavola..” diceva la mamma, e la mano di quel
bambino subito correva sulla tavola.
“Io non ci posso fare niente, mamma.” Diceva il bambino: “È
la mano che non ubbidisce.”
Quando poi un maccherone non voleva salire sulla forchetta,
la manina subito aiutava il maccherone, ma la mamma si arrabbiava.
“Fuori le mani dal piatto..” urlava; “Usa il pane per
spingere,” e la mano di quel bambino subito prendeva un pezzo di pane e aiutava
il maccherone a salire sulla forchetta.
E quando arrivava il dolce? Una volta la mamma aveva fatto
una torta buonissima con fragole e panna montata. La manina – che oltre ad
essere disubbidiente, era molto golosa – aveva fatto una riga nella panna
montata e se l’aveva fatta assaggiare al bambino.
“Che fai?!?!” aveva urlato la mamma.
“Non sono io,” disse il bambino: “È stata la mia mano: che
colpa ne io, se lei non ubbidisce??”
Papà non diceva niente, ma osservava la scena in silenzio.
Quando vide che il bambino si era messo un dito nel naso, disse alla mamma: “Il
nostro bambino ha ragione, quella mano è proprio maleducata. E lui si prende
sempre la colpa. Diamole una bella punizione..”
“A chi?” chiese il bambino che aveva ascoltato tutto e si
era tolto veloce la mano dal naso.
“Alla mano,” disse papà. “La vorrei legare alla gamba del
tavolo, così smette di andarsene in giro a fare tutto quello che le pare e
piace.”
“E io?” chiese il bambino. “Vorrei uscire a giocare a palla,
andare a fare un giro in bici, guardare un cartone, disegnare..”
“Hai proprio ragione, tesoro.” Disse papà. “Ma come puoi ben
capire quella mano è troppo disubbidiente. Vedrai che dopo essere rimasta in
castigo 5 o 6 giorni si comporta come si deve.”
“5 o 6 giorni??” Chiese il bambino.
“Se bastano: altrimenti 10, 20, 50…”
A quel bambino venne il mal di mare.
“E se la convinco a comportarsi bene?” Chiese a papà.
“Beh, in questo caso potremmo liberarla subito.”
E quel bambino riuscì in un baleno a convincere la sua
manina a diventare educata.