Forse una favola basta per aiutalo a capire...
L’altro giorno la mamma mi ha mandata in giardino a
raccogliere le foglie; dopo pochi minuti però, mi sono stancata e mi sono
seduta per terra.
“Ciao,” ho detto ad una libellula che passava di lì. “Che
fai?”
“Volo allo stagno a fare rifornimenti: la mia mamma ha
bisogno di una goccia per cucinare.”
“E perché non ti siedi qui con me e chiacchieri un po’ con
me?”
“Non posso: oggi abbiamo tanti ospiti che vengono a pranzo
da noi. Poi se vuoi torno a trovarti.”
“Ciao,” ho detto poi ad un grillo che saltava tra l’erba.
“Che fai?”
“Mi alleno per le prossime olimpiadi dei grilli.”
“E perché non ti siedi qui con me e mi fai compagnia?”
“Devo fare ancora 25 mila salti, perché vogli partecipare
alla gara e arrivare primo.”
“Ciao,” ho detto allora ad una bellissima farfalla volante che passava di lì. “Che fai?”
“Volo leggera da un fiore all’altro.”
“E perché non ti siedi qui con me e ti riposi in po’?”
“Perché ho un compito importante: devo insegnare a tutti i
fiori i nomi dei colori che sono riportati sulle mie belle ali.”
“Ma io mi sento sola!” ho detto. “Perché nessuno si occupa
di me?”
La mamma che passava di lì mi ha sentito.
“Hai già finito di raccogliere le foglie?”
“Non ne ho voglia,” ho detto io.
“Pensa che accadrebbe se tutti dicessimo così: se la
libellula non portasse l’acqua alla sua mamma che cucina per gli invitati; se
il grillo non avesse voglia di allenarsi e non fosse bravo a saltare; se la
farfalla non insegnasse ai fiori i nomi dei colori più belli. E se io non mi occupassi
più di te.”
La mamma ha ragione, ho pensato e mi sono messa a
raccogliere tutte le foglie che stavano a terra.
Poi sono entrata in casa e mi
sono fatta preparare una gustosissima merenda.