Qualcuno di voi ha mai sentito parlare della Tribù dei Salutoni?
No??? Possibile?? Eh sì che sono una popolazione molto
diffusa; ci sono i Ciao, i Buon-Giorno, i Buona-Notte, i Salve e perfino i
Buona-Sera. Dovreste averli incontrati almeno una volta nella vita. Comunque
sia: i Salutoni sono personaggi molto discreti, gentili e soprattutto
girovaghi. Non amano stare a casa a guardare la TV, ma si muovono spesso e
viaggiano in tutto il mondo. Il Signor Buon-Giorno, per esempio, ha fatto 10
volte il giro del globo, sempre passando dall’equatore e il Signor Ciao è stato
in tutti i Paesi conosciuti e anche in quelli sconosciuti, perché non c’è mai
stato nessuno.
Bella vita, direte voi. Certamente sì, però pensate che
anche i Signori Salutoni una volta hanno avuto un grave problema. C’era un
bambino timido, un tal Giacomino che si vergognava sempre a salutare. Come
incontrava qualcuno, abbassava lo sguardo a terra e faceva finta di non aver
visto nessuno. “Pazienza”, pensava la persona che Giacomino si trovava davanti.
“Pazienza”, penserete anche voi.
Facile per voi, che avete le gambe e potete andarvene in
giro, ma i poveri signori Salutoni restavano tutti in gola a Giacomino che non
li lasciava mai uscire e così non andavano mai da nessuna parte. Un giorno
così, due giorni così, tre giorni così… alla fine tutti quei Signori Salutoni
chiusi in gola non ci volevano stare. “Forza Giacomino,” gli sussurravano in un
orecchio. “Saluta la signora Maria Rosa che abita al secondo piano ed è sempre
gentile. Saluta almeno il suo pappagallo.”
Ma lui niente: abbassava lo sguardo e tirava dritto. Così un
brutto giorno, quando proprio non ce la facevano più, i Signori Salutoni fecero
una riunione. “Giacomino non ci da retta: l’unica cosa che ci resta da fare è
metterci a saltare tutti insieme.” E così fecero.
Tutto d’un tratto Giacomino si sentì la pancia che saltava
di qui e di là. “Mi viene da vomitare,” disse alla mamma, che lo stava
accompagnando a nuoto.
“Giacomino, fai il bravo: non trovare scuse perché non hai
voglia di entrare in piscina.”
“Noo…. Ma …io.. Giorno.. Buon-giorno, buona-sera,
Arrivederci, Addio… “ e si mise a vomitare saluti a tutti quelli che passavano:
alla signora con il cane (e anche al cane), al giornalaio, al guidatore del
tram, al fattorino; perfino al vigile che dirigeva il traffico e che voleva
fare la multa a tutti. La sua catena di saluti sembrava non finire mai e la
mamma lo guardava con gli occhi strabuzzati.
Giacomino salutò tutti per 4 ore e mezzo. Alla fine, stanco
da morire, si sdraiò sul marciapiede. I signori Salutoni, tutto intorno a lui,
lo guardavano soddisfatti. “Ciao Giacomino, grazie di averci lascato andare.”
“Ma come, ma io..”
“E non dimenticarti: la prossima volta non ci accumulare
tutti nella gola, altrimenti finisce che dobbiamo saltarti di nuovo nella
pancia.”
“Me ne ricorderò,” disse Giacomino e lo pensava davvero, E
lo sapete che fece da quel giorno? Salutò tutti non una, ma tre volte, nel
dubbio che un signor Salutone gli rimanesse nella pancia.