QUANDO MUORE QUALCUNO...

Affrontare con i bambini il tema della morte risulta difficile: per come è sviluppato il loro pensiero, non riesce a comprendere astrazioni o ad immaginare quello che non vede. Eppure la morte non è che la rappresentazione della mancanza, qualcosa che i bambini conoscono fin da piccoli e con cui imparano presto a confrontarsi.
La favola offre un possibile modo di comprendere quello che altrimenti è impossibile pensare

In fondo al frutteto di nonno Fausto, proprio vicino ai rovi di more, c’è una grande quercia, con tantissime foglie lucide e verdi che ballano e cantano quando passa il vento. E tra quelle foglie, seduti sui rami, ci sono tanti uccelli diversi: cinciallegre, passeri, upupe, merli, cornacchie, gufi, allodole e tordo. Ognuno ha il suo carattere e le sue abitudini, ma tutti si vogliono bene e si sentono una sola famiglia.

Pensate che al tramonto amano mangiare tutti insieme, ai piedi della grande quercia: chi porta un bruco, chi una bacca, chi porta un insetto saporito che ha catturato quel giorno. È una vera famiglia e la sera, quando arriva il buio, si sistemano nei loro nidi e aspettano il vecchio Barbagianni che dia a tutti la buona notte. Eh, si: il barbagianni è il più vecchio di tutti e abita in quest’albero, molto prima che arrivassero tutti gli altri. Lui li ha accolti e ospitati e ha assegnato a ciascuno il posto in cui fare il nido. È una specie di nonno per tutti loro. E quando la notte avanza, e gli uccellini più piccoli si riparano sotto le ali delle loro mamme e dei loro papà, il vecchio barbagianni con la sua voce roca racconta favole bellissime e tutti stanno zitti per ascoltarle meglio. E sul suono di quelle parole, si lasciano trasportare dal sonno, fin quando si addormentano.

Un brutto giorno però, il nonno Barbagianni si sente stanco e non ha forze per alzarsi dal suo nido, né per raccontare una storia. Gli uccelli più piccoli sono tristi, ma le mamme li portano nel loro nido e gli spiegano che devono fare i bravi e non fare i capricci.
La mattina dopo il merlo chiama tutti gli uccelli della quercia per spigare loro che il nonno Barbagianni è volato via oltre le nuvole del cielo e che non tornerà più. Tutti si sentono tristi e increduli. “Come è possibile? Non torna più? E a chi racconterà le sue bellissime storie adesso”, chiedono i passeri e le cinciallegre? Le racconterà agli uccelli che abitano in alto, nel cielo, sopra le nuvole.

Ma un piccolo tordo non si da per vinto e osserva il cielo e con i suoi piccoli occhi acuti cerca di guardare dentro le grasse nuvole bianche. “Eccolo, lo vedo.” Grida. “Ecco il nonno Barbagianni,” e  tutti si affacciano sui rami della quercia per vedere. Una grande nuvola bianca che passa ha proprio il profilo di nonno Barbagianni: è proprio lui e li saluta con l’ala. Adesso il piccolo tordo è contento. Quando avrà voglia di vedere nonno Barbagianni, potrà cercarlo tra le nuvole le cielo.