Nei casi in cui la maestra lascia
il suo posto per ragioni di salute, nel caso di una gravidanza, per un
pensionamento o un cambio di lavoro, il bambino avverte in modo forte il
cambiamento. A volte rifiuta la scuola o il nido.
Ma cambiare è una condizione vitale.
Starà ai genitori riuscire a fargli capire che non deve essere spaventato: al
contrario. Le novità possono nascondere sorprese interessanti e impreviste.
A casa di
Luca, quando viene la notte e i bambini vanno a dormire, i giocattoli si
svegliano e vanno tutti sotto al letto. Qui c’è l’asilo dei giocattoli, dove
possono stare insieme e divertirsi.
La loro
maestra è bravissima: si chiama Oca Brontolona.
Brontola un
po’, è vero; ma non sempre e poi ride e fa delle uova buonissime al cioccolato.
Conosce tante canzoni e si inventa dei giochi divertenti per i cuccioli di
giocattoli.
I pattini a
rotelle, la bambola di pezza e il trenino vogliono sempre andare al asilo per
incontrare la loro maestra.
Una sera
però – quando arrivano sotto al letto – scoprono che l’Oca Brontolona non c’è
più, si è rotta una zampa e adesso è in camera di papà che la sta
aggiustando.
E noi con
chi stiamo? Chiedono i cuccioli.
“Con il
maestro Dino.”
Mamma mia!
Che brutto avere un dinosauro per maestro. Dino non è come l’Oca Brontolona:
lui sta zitto e non ride mai. E soprattutto non prende in braccio i giocattoli
quando sono tristi.
“Mamma, non
voglio andare al asilo dei giocattoli,” dice il trenino.”Il maestro Dino non è
simpatico. Voglio l’Oca Brontolona: non mi fa correre e se faccio le scivolate,
mi mette in castigo.”
La mamma
però porta lo stesso.
Il trenino è
triste: il maestro si siede vicino a lui e gli chiede che cosa succede.
Così il
trenino gli racconta che sente la mancanza dell’Oca e di tutti i giochi
che facevano insieme.
“Ma io posso
fare giochi molto più belli,” dice il Dinosauro e senza neanche aspettare un
attimo con la sua lunga coda, disegna sposta il tappeto della camera e compone
piccole montagne e colline.
“È
bellissimo,” dice il trenino e inizia a correre su e giù per quelle montagne..
“Sono
felice,” dice quel giorno alla mamma.
Poi vorrebbe raccontarle delle corse che ha fatto sul
tappeto.
Ma è così stanco, che si addormenta di colpo.