C’era una volta il dito pollice di un bambino che si sentiva
terribilmente solo.
Mentre i suoi amici, l’indice, il medio, l’anulare e
perfino il mignolo giocavano felici con il palmo della mano, il piccolo pollice
passava tutto il giorno chiuso nella bocca del bambino.
Dentro la bocca non si vede niente ed è anche molto umido. Solo la
lingua passa – una volta ogni tanto – ma non è neanche tanto simpatica.
Quel
piccolo pollice era davvero triste e gli veniva anche un po’ da piangere.
Un giorno però sentì la mamma che diceva: “Matteo, perché tieni
sempre il dito in bocca? Lascialo uscire, lascialo respirare.”
Il bambino (che era un BRAVO bambino) diede retta alla sua
mamma: asciugò il pollice con il bordo della sua maglietta e
lo tenne fuori dalla bocca per tutto il giorno. Non vi dico la felicità di quel
piccolo pollice: saltava e rideva.
Il giorno dopo però Matteo lo rimise in bocca e il pollice
si ritrovò di nuovo al buio.
Quando la mamma gli disse di toglierlo di bocca,
Matteo protestò. “Mi piace tenere il dito in bocca.. “ Allora la mamma prese in
braccio Matteo e insieme guardarono quel piccolo dito.
“Ciao Pollice,” disse la mamma. “Stai bene dentro la bocca
di Matteo?”
“No...” pianse il pollice. “Vorrei stare fuori all'aperto,
come ieri.”
Matteo non si aspettava che il suo pollice parlasse.
“Ti
piace stare fuori dalla bocca?” Chiese incredulo, per vedere se il dito
rispondeva di nuovo.
“Certo,” rispose il pollice. “A te non piace andare fuori ai
giardinetti a giocare?”
Matteo capì che il pollice aveva ragione.
“Vorrei lasciarti uscire, ma io sono abituato a tenerti in
bocca. Certe volte mi ritrovo a ciucciare il dito senza neanche pensarci.”
Allora la mamma ebbe un’idea. Costruì un vestitino di stoffa
per il pollice: la mattina glielo metteva e la sera glielo sfilava. Matteo si
abituò a non mettere in bocca il dito per tutto il giorno, ma la sera lo
infilava in bocca e ci si addormentava.