C’era una volta una scuola di campagna, con grandi aule, banchi di legno e una lavagna nera appesa al muro. Questa scuola aveva fatto crescere centinaia di bambini che erano passati per le sue aule, avevano corso nei corridoi e giocato in cortile, ma poi – lentamente – gli allievi erano diventati sempre meno: la scuola era invecchiata e il comune ne aveva costruita un’altra molto più bella e moderna.
La
vecchia scuola non ci era rimasta male: era stanca e non le dispiaceva quel
silenzio in cui ricordava i lunghi anni di lezioni, di risate e di
interrogazioni. Un giorno però il comune decise di togliere la luce alla
vecchia scuola e tutto d’un tratto le aule si fecero buie e scure, oltre che
silenziose. Che ci crediate o no, quel vecchio edificio aveva paura del buio:
si sentiva solo, freddo e abbandonato.
Quando
arrivava la sera, si sentiva invadere dalla paura e ogni rumore sembrava
prodotto dai piedi di una strega, ogni ombra sulla strada faceva pensare ad un malvivente.
Di notte la scuola non riusciva a chiudere occhio e aspettava tremando che
arrivasse il mattino seguente: appena le luci dell’alba facevano capolino, la
scuola si sentiva di nuovo tranquilla e poteva schiacciare un pisolino.
Una
notte però, mentre batteva i denti dalla paura, la scuola sentì il rumore di
qualcuno che batteva sui vetri della finestra. “Fammi entrare, vecchia scuola.”
Sussurrò una vocina. Era un piccolo pipistrello randagio, in cerca di un
riparlo. La scuola non se lo fece ripetere due volte: spalancò il portone e lo
fece entrare, e dopo quella notte, ogni notte il pipistrello tornò spesso a
trovare la scuola, e a dormire al calduccio.
“Ma
tu non hai paura del buio?” Gli chiese una volta la scuola, vedendolo così
tranquillo. “Neanche un po’,” disse il pipistrello. “Io sono cieco e per me
tutto è buio: io però sono bravo ad ascoltare. Ho sentito da lontano i tuoi
sospiri e seguendo la tua voce sono arrivato fin qui.”
La
scuola lo guardò stupita: era vero, il piccolo pipistrello non ci vedeva, e
proprio per questo sapeva che il buio non poteva fare paura. “Se vuoi superare
la paura del buio,” disse il pipistrello, “chiudi gli occhi e fai conoscenza
col buio.” La scuola si allenò ogni giorno e da allora non ha più paura della
notte e del buio.