FAVOLA PER CHI FA I CAPRICCI

C'è sempre una buona ragione per la quale un bambino fai capricci. Il compito del genitore è quello di ascoltare qual'è la richiesta che si cela dietro al pianto. E' davvero  quel gioco o quel cibo che ci stanno chiedendo? O non è invece dell'altro?

C’era una volta, nella casa di mamma, papà e Giovannino, una vecchia sveglia fedele, che essendo diventata troppo anziana per fare il suo lavoro, decise di andare in pensione; così papà uscì e ne comprò una nuova che correva veloce e aveva un suono allegro e vivace.

Quando la videro, mamma e Giovanni fu felicissimi: la sveglia era davvero bella e colorata. Da lì a qualche giorno però dovettero pentirsi della loro felicità. La sveglia nuova infatti era molto capricciosa e ogni tanto, senza alcun preavviso si metteva a correre e a suonare. Suonava quando tutti erano a pranzo, oppure quando papà parlava al telefono, o ancora quando Giovanni stava ascoltando una favola, prima di addormentarsi; una volta suonò perfino nel cuore della notte, svegliando tutti gli inquilini del palazzo.
“Una sveglia così non va proprio bene,” disse una sera papà alla mamma. “Bisognerà togliergli le pile e chiuderla in un cassetto.”
“Oppure potresti riportarla al negozio,” suggerì la mamma. “Magari la cambi e te ne fai dare una buona e ubbidiente.”

Giovanni però, che li sentiva parlare dal suo letto, era molto dispiaciuto. Sì, è vero, la sveglia faceva tanti capricci, ma lui non voleva mandarla via: quella sveglia gli era molto simpatica. Così decise di nasconderla sotto il suo cuscino, perché nessuno la portasse via. Una volta al calduccio, nel letto di Giovanni, la sveglia sussurrò: “Grazie Giovannino”.
Il bambino fu molto meravigliato: “Non sapevo che le sveglie parlassero. Ma visto che ci sei, puoi spiegarmi perché fai sempre i capricci?”
“Io non volevo fare i capricci: è solo che ho tantissimo freddo e così salto e ballo, per riscaldarmi.”
Pensa e ripensa, Giovannino trovò una soluzione: avvolse la sua sveglia in una bella sciarpa di lana che la teneva al caldo e la sveglia, da quel momento, smise di fare i capricci e cominciò a suonare all’ora giusta.
“Come hai fatto, Giovannino?” chiesero papà e mamma, felici perché la sveglia aveva finalmente preso a funzionare nel modo giusto.”
“Hai imparato a parlare il linguaggio delle sveglie.” Disse ridendo Giovannino.