Nel Bosco delle Lucciole abitano tanti folletti. Una di loro, Lucina, ha un problema: non riesce mai a trovare le sue cose.
“Non è colpa mia,” si giustifica… “è solo che qualcuno deve
averle spostate.”
Ieri per esempio è arrivata a scuola con un piede nudo,
perché non riusciva a trovare una delle sue scarpe. “Com’è possibile che non
trovi le scarpe?” Le chiede la maestra. Lucina alza le spalle: non lo sa. Ieri
sera quando se le è tolte, le ha lanciate in aria; così una è finita sui rami
di un grande faggio.
E l'altra?
Lei era stanca e si è addormentata, ma stamattina è stato
impossibile trovarla.
Oggi a scuola di Lucina succede qualcosa di speciale: arriva
la fata del bosco. I folletti sono molto emozionati.
“Buongiorno follette e folletti,” li saluta lei e mostra una
cosa bellissima che ha portato per loro: un ciondolo magico a forma di goccia
di rugiada. Tutti vogliono vederlo.
“Lo lascerò portare a casa a uno di voi, che me lo riporterà
domani.”
“Io, io, io…” Urlano tutti i folletti, e tra loro anche Lucina. Gli altri però
la guardano terrorizzati: se lo porta a casa lei, sicuramente non lo rivedranno
più.
La fata del bosco li ascolta parlare, ma poi pensa che valga
la pena dare fiducia a Lucina e fare un tentativo: “Lucina, mi fido di te,” le
dice: “Sono sicura che questa volta sarai ordinatissima e domani mi riporterai
con questo prezioso ciondolo.”
Il ciondolo è una goccia di rugiada trasparente, dentro cui
si vede il mondo.
Lucina lo tiene stretto in mano perché non vuole perderlo a
nessun costo; come arriva a casa, lo tiene stretto in mano mentre mangia
qualcosa, poi lo tiene stretto in mano mentre va a fare una piccola passeggiata,
lo tiene stretto quando incontra i suoi amici e anche quando giocano con le
foglie secche…. Quando è a cena con mamma e papà racconta a loro la grande
notizia: “Possiamo vederlo?” Chiede il papà curioso.
“Certo,” risponde Lucina. Ma dov’è finito?
Per quanto lo cerchi, il ciondolo non c’è più. “Mi ricordo
che l’ho portato a casa, deve essere qui – da qualche parte,” ma nel disordine
della sua stanza non si trova più niente.
Piange la piccola Lucina: “La fata del bosco mi sgriderà e tutti
i miei compagni si arrabbieranno con me. Che cosa posso fare?”
La mattina dopo la fata del bosco la guarda con i suoi grandi
occhi dolci.
“Non mi dire che l’hai perso?” Le chiede.
Lucina fa sì con la testa. “Non è colpa mia, è che ho questa
malattia, la disordinite.”
Ma la fata del bosco scuote la testa: “Adesso andiamo in
camera tua a cercarlo.”
Quando entra nella sua stanza, la fata del bosco resta senza
parole: c’è una tale confusione e un tale disordine che ci vorrà almeno una
settimana per rimettere tutto a posto.
“Sediamoci a terra e iniziamo,” dice la fata, ma Lucina non
sa cosa deve fare.
“Per ogni oggetto bisogna trovare il posto giusto: alcuni
vanno buttati, altri vanno restituiti al legittimo proprietario, altri vanno
sistemati.”
Dopo un paio d'ore la stanza di Lucina è finalmente in
ordine: “Non esiste la disordinite,” le spiega la fata, “il segreto è
trovare posto ad ogni cosa.
Una volta che sai qual è il posto delle cose, bisogna solo
ricordarsi di rimetterle lì.”
Lucina - che nel frattempo ho trovato il ciondolo è
contentissima e da oggi credo che abbia imparato la lezione.
Tu che ne pensi?