UNA FAVOLA, SE MI PRENDONO IN GIRO..

Come aiutiamo i nostri piccoli se qualche compagno prepotente li prende in giro? L'aiuto migliore consiste nell'aiutarli a difenedersi da soli, trovando dentro loro stessi la forza e le risorse per imparare a difendersi.

La mamma ieri , mentre metteva in ordine la casa, senza volerlo ha lasciata la forbice nello scomparto dei coltelli. Non se ne è neppure accorta, ha chiuso il cassetto ed è corsa a fare la spesa. Ma la forbice invece se n’è accorta benissimo. Intanto il posto era piccolo, ma soprattutto quei coltellacci dispettosi hanno subito iniziato a farle i dispetti. “Come sei cicciona,” le ha detto una piccola lama tagliente. “E non sei neppure affilata.” “E non sai tagliare.” “E guarda invece io che lama lucida: sembra una spada.” Perfino il coltello del parmigiano, piccolo e grassottello com’è, la prendeva in giro.
La forbice però non rispondeva. Sapete, lei non è abituata, perché a casa sua le posate non litigano e il suo papà si arrabbia molto se qualcuno fa i dispetti. Così la forbice ha ascoltato in silenzio tutte quelle cattiverie, ma ha aspettato che smettessero. I coltelli però sono dei veri dispettosi e hanno continuato ancora e ancora e ancora.
“Secondo me tu puoi tagliare solo il brodo,” ha detto il coltello del pane, con tutti quei denti affilati che si ritrova. Tutti gli altri si sono messi a ridere forte. “Sei peggio del coltello del pesce,” ha detto un coltellaccio da cucina e perfino un coltello a due punte, per il formaggio, la guardava ridacchiando sotto i denti. Capirete bene che quella povera forbice resisteva in silenzio, senza rispondere, ma dentro di sé si sentiva triste. “Perché siete così cattivi con me?” Ha chiesto. “Cosa vi ho fatto?”

A quella domanda i coltelli non sapevano che rispondere. “Perché…” ha iniziato un coltello con il manico in legno. Ma non gli è venuto in mente niente altro da dire. “Perché tu…” ha provato un coltello lungo e stretto. “Perché noi…” ha buttato lì un altro. Ma nessuno sapeva che dire.
“Perché sei una piccola forbice cicciona e non sai fare niente.” Ha detto alla fine un coltello da cucina. La forbice allora non ci ha visto più. Ha chiuso gli occhi stretti stretti, ma nel frattempo ha spalancato le sue mascelle e nel fare questo le sue lame si sono messe a brillare. “Ma che dici, non mi conosci neanche.”

“Urca,” ha detto il coltello spaventato, facendo un passo indietro. E allora tutti si sono messi a ridere e il coltello da cucina, pieno di vergogna, è corso a nascondersi in fondo al cassetto.