La rabbia è un'emozione comune nell'infanzia: si tratta di un'energia che il bambino sente crescere dentro spesso in risposta ad eventi reali, ma che teme, perchè fatica a gestirla. Con il tempo dovrà imparare a controllarla, senza reprimerla, nè lasciarla emergere contro chi gli sta accanto.
La favola del drago arrabbiato è per Marco perchè impari a controllare la sua rabbia grazie dal piccolo principe che è in lui.
C’era una volta, tantissimi anni fa', un drago che abitava in
una bella radura verde e soleggiata; qui erano nati lui e i suoi fratelli e qui
aveva vissuto suo padre prima di lui e suo nonno ancora prima.
Un giorno che aveva voglia di avventura, il drago preparò
quello che gli serviva e iniziò il suo viaggio. Tornò indietro esattamente un
anno, un mese e un giorno dopo. Era stato un viaggio bello e avventuroso, ma
adesso aveva voglia di ritrovare la sua casa, ma ci arrivò, si rese conto che
durante la sua assenza era successo qualcosa: un re con la sua corte si era
insediato dove una volta stava la bella casa.
Non solo l’aveva abbattuta: al suo posto aveva costruito un
castello di pietra con mura forti e alte.
Il drago trovò che questo fosse profondamente ingiusto, e si
avvicinò per avere delle spiegazioni. Ma come lo videro, i soldati del castello
si fecero prendere dalla paura, e – invece di ascoltarlo – iniziarono a
bombardarlo con palle infuocate lanciate a tutta velocità dalle loro catapulte.
Solo il piccolo principe, figlio del re, capì cosa stava accadendo e si
avvicinò al drago:
“Aspetta Drago,” gli urlò il bambino e si tuffò dalle mura
del castello, per cadere sulla schiena dell’animale.
I soldati intanto erano sempre più spaventati, e man mano
che la loro paura cresceva, aumentava il numero di palle infuocate che tiravano
sul drago.
“Fermatevi,” urlava il giovane principe, aggrappato alla
schiena del drago. Il drago avrebbe anche voluto ascoltarlo, ma quei soldati
non smettevano di colpirlo. Il drago si girò di scatto e ne vide uno pronto a
colpirlo a morte. Allora gli lanciò una delle sue fiamme.
“Non fargli male, ti prego.” Lo implorò il principe, ma il drago gli fece
segno di non preoccuparsi, che il cavaliere sarebbe caduto nell’acqua e non si
sarebbe schiantato al suolo.
“Basta, smettetela,” gridò il principe bambino ai soldati e
tutti si fermarono ad ascoltarlo. “Non colpite questo drago, oppure diventerà
ancora più furioso.”
Il drago sorrise e sembrò un enorme gattone che faceva le
fusa.
“Che dobbiamo fare?” chiesero allora i soldati. “Ripescate
il cavaliere caduto nel mare e poi costruiremo una grande casa per il drago.” E
così fecero.