A casa di nonna Rosina c’è una bella pentola per cucinare la pasta; è una pentola unica, davvero speciale. Tutti i giorni, intorno a mezzo giorno, la nonna la riempie d’acqua e la mette sul fuoco; poi si siede lì vicino e aspetta che l’acqua si scaldi fino a bollire.
La pentola è contenta, perché si sente importante, ma anche molto sola. Le piacerebbe avere un’amica, un pentolino o anche una teiera, con cui scambiare quattro chiacchiere di tanto in tanto: è così triste stare sempre in silenzio; se avessi almeno un coperchio, pensa la pentola. La nonna però fa finta di non sentire.
Sabato mattina il nonno è andato al mercato ed ha portato a nonna Rosina un pacchetto rotondo e piatto, avvolto nella carta marrone.
“Cos’è?” Ha chiesto sorpresa la nonna.
“Un coperchio, per la pentola.”
“E a che serve?”
“Se lo metti sulla pentola, l’acqua bolle prima.”
Dal suo posto sul fornello, la pentola osserva la nonna
togliere la carta: che carino! Un piccolo coperchio tondo, di metallo, con un
manico delicato proprio al centro. La nonna ha sorriso, poi lo ha appoggiato
sulla pentola e si è seduta al solito posto.
La pentola era davvero contenta: desiderava da tanto
qualcuno con cui giocare. Nel giro di 5
minuti però si è accorta che questo cappello di metallo le da fastidio: prima
di tutto non le permette di vedere in alto; poi la schiaccia su tutti i lati e infine
le pesa: si agita e fa perfino rumore. “Che pizza!!” ha esclamato la pentola. La nonna però l’ha guardata con severità.
“Tu sei la più grande,” ha detto alla pentola e per questo ti devi occupare del tuo piccolo coperchio.”
Che rabbia, pensa la pentola che si furibonda. L’acqua però, da quando c’è il piccolo coperchio, bolle prima e la nonna e il nonno sono contenti dell’acquisto. “Ecco,” borbotta la pentola lamentosa. “Adesso direte che è tutto merito del coperchio e che di me non sapete che farvene.”
“Ma che dici!” Le sorride la nonna. “Tu sei importantissima: è solo che in due si sta meglio che da soli, non trovi?” La pentola non è convinta, ma intanto la pasta è pronta e i due, pentola e coperchio, si ritrovano da soli sul fornello.
“Ti prego, non dormire,” implora il piccolo. “Gioca con me e raccontami di tutte le bolle d’acqua che hai visto nella tua vita.” La pentola sorride e racconta di quella volta che l’acqua della pasta non bolliva mai. Il piccolo coperchio la ascolta attento, senza fiatare: non è così brutto avere un fratello a cui raccontare le storie e con cui ridere e giocare insieme.