PER CHI NON AMA LAVARSI I DENTI

Non solo i bambini hanno i denti, ma anche le rotelle degli orologi e tutti vanno lavati, altrimenti (prima o poi) si rischia di avere un danno. Ecco cosa fa capire questa favola al povero zio Alfonso e a tutti i bambini che avranno voglia di ascoltarla.
3.3 (9 74) LAVARSI I DENTI

C’era una volta, nel salotto di zio Alfonso, una vecchio orologio a pendolo che non mentiva mai e che mai si era fermato.

Tutti i giorni, al passare di ogni ora, con una precisione più unica che rara, l’orologio parlava. “Ding” diceva l’orologio e zio Alfonso ad ogni Ding alzava lo sguardo e guardava la lancetta lunga ritta in piedi, verso le 12. E tutte le volte che lo sentiva, zio Alfonso pensava a che ora era e a cosa doveva fare in quel momento.
Era più di un orologio, per lo zio Alfonso: era un vecchio amico, caro e prezioso; e come spesso succede, anche se si vedevano tutti i giorni (o forse sarebbe meglio dire che lo zio Alfonso guardava il suo orologio tutti i giorni), in profondità, non lo conosceva affatto. Dentro la sua cassa di legno, sotto il suo grande occhio, zio Alfonso non sapeva affatto come funzionasse quell’orologio e quale fosse la ragione e il movimento di tutte quelle rotelline.
Fu per questo che il giorno il cui la pendola iniziò a perdere colpi, zio Alfonso non se ne accorse neanche. Prima perse un minuto o due; poi iniziò ad anticipare, forse perché si era resa conto di essere in ritardo; da quel giorno in avanti, la pendola perse il senso del tempo e iniziò a fare Ding, in qualsiasi momento del giorno, ne avesse voglia. Zio Alfonso se ne accorse dopo almeno una settimana o due. Sentì un Ding dietro l’altro, ma siccome non ci voleva credere, pensò di essersi sbagliato. Ma quando la pendola suonò 15 Ding in un minuto, lo zio Alfonso capì che c’era qualcosa che non andava. Lasciò quello che stava facendo e aprì la pancia della pendola. Dentro c’era un centinaio di rotelline che giravano veloci in tutte le direzioni. “Ehi,” disse lo zio Alfonso. “Ma qui va tutto bene… Perché mai la pendola funziona tanto male.”
“Senti un po’..,” si sentì apostrofare lo zio Alfonso da una grossa nera. “Di che colore siamo noi rotelle, secondo te?”
“Ehmm. Siete nere. Giusto?” Chiese conferma zio Alfonso.
“Siamo diventate nere. Noi dovremo essere di un bel colore oro, come tutte le rotelle di ottone.”
“E perché siete nere?”
“Buona domanda: perché da quando siamo qui, nessuno ci ha mai pulite. Non sai che i denti vanno lavati?”
“I denti? Certo – La mamma mi diceva sempre di lavarli. Ma ce c'entrano i denti con gli orologi?”
“Ma come? Non sai che le rotelle degli orologi sono dentate?? E quei denti (come i tuoi) vanno puliti: le rotelle – per fare il loro lavoro – devono avere denti lavati. Solo così la pendola funziona e non sbaglia..”
E da quel momento lo zio Alfonso si lava i denti tutte le sere – e poi li lava anche alle rotelle della pendola.