ANTONINO CHE NON LASCIA IL CIUCCIO

Il ciuccio è un amico importante: da sicurezza oltre che un grande piacere.
Lasciarlo è un modo per prendere le distanze dall'infanzia e dal piacere di chi si rilassa da solo.
Non sempre è il momento giusto e occorre avere pazienza e capire, con il nostro bambino, quando possiamo iniziare un processo di abbandono del ciuccio.

C’era una volta un bambino che si chiamava Antonino e che ogni sera non riusciva a prendere sonno se non si metteva in bocca il suo ciuccio preferito; lo ciucciava e pian piano si addormentava.
Antonino cresceva e diventava grande, lasciava il bavaglino e i pannolini e tutte le sue cose da piccolo, ma il ciuccio quello no, non voleva proprio lasciarlo.
Ogni giorno la mamma gli diceva: “Antonino, lascia il ciuccio, stai diventando grande.” Ma lui faceva finta di non sentirla e lo stesso succedeva quando glielo ripeteva il papà e perfino il nonno Riccardo. Non c’era niente da fare, Antonino il suo ciuccio non voleva proprio lasciarlo.
Da parte sua, il piccolo ciuccio era stanco: aveva fatto molto bene il suo lavoro e adesso voleva andarsene, viaggiare per il mondo, incontrare tanto nuovi amici ciucci e viaggiare con loro. Prima chiese aiuto a Ruffo il cane,, che una notte piano piano arrivò fino al letto di Antonino, per portare via il ciuccio, ma il bambino lo vide e si mise a piangere talmente forte che Ruffo fu costretto tornare indietro e riportargli il ciuccio.
Così una sera, quando ormai non ce la faceva davvero più, il ciuccio decise di parlare ad Antonino: “Amico mio, lasciami andare: io sono diventato troppo grande e ho voglia di viaggiare, di vedere il mondo.”

“Ma come posso fare io?” Chiese Antonino. “Senza di te non mi addormento di sicuro.”
“Mi è venuta un’idea,” disse quel ciuccio intelligente: “Di giorno tu mi lasci andare e io torno ogni sera per raccontarti una storia.”
E così fecero. La mattina il ciuccio si metteva un bel cappello scozzese e usciva, ma tutte le sere, prima che Antonino si addormentasse, il ciuccio tornava a casa e raccontava una storia diversa. Erano tutte favole bellissime, piene di fantasia e di avventura e Antonino adesso non poteva addormentarsi senza che il suo amico gli raccontasse una storia.
Passarono i mesi e un giorno il ciuccio parò di nuovo ad Antonino: “Amico mio, ho viaggiato tutti giorni e adesso ho visto tutti i luoghi che si trovano qui attorno. Ora però devo andare più lontano, per visitare paesi diversi e poterti raccontare storie più nuove e più belle..”
“E io?”
“Tu mi aiuterai. Ho bisogno che mi costruisci di  una barchetta per mettermi in mare e viaggiare in lungo e in largo. Ogni sera consegnerò al vento le mie avventure e la tua mamma te le racconterà.”
“E non tornerai mai più?”
“Tornerò quando avrò visto tutto il mondo che è grandissimo. Ma tu sarai grande allora.”
“Non importa: ti aspetterò.”
Antonino con la sua mamma e il suo papà prepararono una barchetta e poi salutarono il ciuccio che partiva per il suo giro intorno al mondo. E sapete una cosa? Da quel giorno tutte le sere, la mamma di Antonino gli racconta una favola bellissima e il ciuccio non è ancora tornato.